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Un ulivo in memoria di Grazia

Pochi giorni prima dell’inaugurazione del C’entro una tragica notizia sconvolse tutta la comunità pompeiana, in particolare i più giovani. Grazia Severino, alla vigilia del suo 24° compleanno aveva deciso di porre fine alla sua vita. Fu un fulmine a ciel sereno e lo sconforto si affacciò prepotentemente nel cuore di tutti noi, in particolare in quello di chi l’aveva conosciuta e amata.

Da subito abbiamo voluto ricordare Grazia piantando un ulivo nell’aiuola dinanzi al C’entro e il 20 maggio scorso, alla presenza della famiglia Severino, abbiamo svelato la targa realizzata a mano dai giovani del C’entro. L’ulivo è segno di pace e di alleanza. La pace che Grazia non è riuscita a trovare dentro di sé e l’alleanza necessaria fra comunità educante e istituzioni per aiutare i giovani nella fragilità della loro condizione.

Per questo motivo il C’entro, insieme al Forum del Giovani e al Liceo “E. Pascal” che Grazia aveva frequentato, hanno avviato una serie di attività di formazione e informazione dedicate ai giovani e alle famiglie. Crediamo che questo sia il modo migliore di onorare Grazia e far sì che la sua vita, per quanto breve, possa essere ricordata a lungo.

Questo è il testo che gli ex compagni di classe di Grazia hanno letto la sera del 20 maggio:

È sempre più difficile mostrarci per ciò che siamo realmente. Temiamo di apparire deboli o troppo diversi, così ci chiudiamo in noi stessi, creando una corazza che con il tempo diventa sempre più difficile da rimuovere, specialmente senza l’aiuto di chi potrebbe permetterci di aprire il nostro animo. Troppo spesso nascondiamo le nostre debolezze, e ignoriamo quelle degli altri, perché soggiogati da un mondo che ci vuole forti e impeccabili.

Grazia rappresentava appieno questa fragilità. Tutti la ricordiamo come una persona gentile e sempre attenta agli altri, di una rara delicatezza e dal sorriso contagioso. Eppure, celava un lato di sé che difficilmente mostrava agli altri, soffrendo in silenzio affrontava le proprie debolezze. Nessuno è riuscito ad aiutarla, a comprenderla, a convincerla di non essere sola in questa battaglia. Nessuno di noi è colpevole, ma dobbiamo sentirci tutti responsabili. Siamo spesso così presi da noi stessi da non soffermarci ad osservare chi ci è vicino, ma è proprio l’osservazione scrupolosa di un vaso rotto il primo passo per mettere insieme i cocci.

Questa tragedia deve aprirci gli occhi, bisogna cambiare attitudine affinché non perdiamo altre persone a noi care. Dobbiamo osservarci l’un l’altro: la solitudine deve essere notata e combattuta con l’affetto e il confronto. Dobbiamo fermarci ogni giorno ad ascoltare il silenzioso grido di chi non riesce ad esternare le proprie incertezze, i propri dolori. Dobbiamo fermarci per guardare anche dentro noi stessi, così da capire quando ricorrere all’altro. Perché fermarsi non significa rimanere indietro, ma arrestare momentaneamente il turbinio di emozioni che abbiamo dentro, per comprenderci e comprendere gli altri.

È dunque fondamentale iniziare un percorso colmo di iniziative volte all’ascolto dei giovani, che verranno organizzate dal Liceo E. Pascal, il Forum dei Giovani e il C’entro, in modo che tutti abbiano la possibilità di cercare aiuto senza alcuna difficoltà o timore. Tutti dobbiamo imparare a riconoscere le nostre fragilità e mostrarci a chi vuole tenderci una mano. Tutti dobbiamo impegnarci a cogliere le debolezze degli altri e diventare noi stessi la mano da tendere a coloro che hanno bisogno di aiuto.

formazione, grazia, ulivo

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